“Da studenti universitari quali siamo, inizieremo con alzare la mano e porre alcune domande a coloro che da un anno e mezzo ci insegnano quale sia il modo oggettivamente migliore di vivere.
Desideriamo oggi esternare le più vive perplessità nella speranza di poter ricevere una risposta che le abbia considerate quanto meno seriamente, consapevoli che la malafede o la semplice negligenza dei molti potrebbero facilmente fraintendere le nostre parole. Di questo intenzionale fraintendimento che oggi viene usato apertamente per criminalizzare ogni forma di dissenso sono responsabili prima di tutto i giornalisti e i mezzi di comunicazione di massa.
A loro chiediamo, perché vi premuriate ogni giorno di aggiornarci sulle morti, il numero di contagi cluster focolai, ma facciate passare come sottotitolo la notizia dell’entrata in vigore del regolamento europeo in data 12 agosto, che afferma – cito testualmente – che
è necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici o hanno scelto di non essere vaccinate. Inoltre, il presente regolamento non può essere interpretato nel senso che istituisce un diritto o un obbligo essere vaccinati
e ancor più gravemente, perché non vi siete preoccupati di diffondere la notizia dell’omissione nella traduzione italiana della frase
coloro che hanno scelto di non essere vaccinati
i magistrati lo hanno segnalato, il testo è stato integrato. Voi invece vi siete sottratti al compito di informare i cittadini italiani che l’Unione Europea ha messo in conto che vi siano persone che possano liberamente scegliere di non essere vaccinate, che per questo non devono essere soggette a nessun tipo di discriminazione.
Chiediamo ai direttori di tutte le università d’italia per quale motivo non si avvalgono della facoltà di disapplicare una norma italiana in contrasto con la vigente normativa europea e anzi affermano di non poterlo fare.
Chiediamo come sia possibile che le università si rendano indifferenti esecutrici, ove non attive sostenitrici, di una pesante discriminazione nei confronti di una parte degli studenti, quel tipo di discriminazione che non vedevamo nel nostro Paese da più di settant’anni, che noi non abbiamo mai visto.
Chiediamo invece al Presidente del Consiglio, a tutti i suoi ministri, al Presidente della Repubblica in quale parte della nostra Costituzione sia previsto che i cittadini vengono privati dei loro diritti fondamentali, per poi poterli riacquistare solo a patto di sottoporsi ad uno specifico trattamento sanitario. In quale articolo è previsto che questi diritti, come il diritto allo studio, il diritto al lavoro, conoscano stati di eccezione.
Chiediamo in quale Paese democratico debbano essere non solo tollerate, ma addirittura promosse politiche discriminatorie e anti liberali e in che modo l’opinione pubblica, sempre così sensibile a qualsiasi rilevamento della minima disuguaglianza, abbia accettato acriticamente una tale attività censoria e oppressiva da parte dello Stato.
A tutti questi quesiti esigiamo che vi sia data una risposta. Se questa risposta giungerà corredata da dati non verificati né verificabili, curve di contagio in diagrammi privi di parametri verificabili, e paternalistici rimproveri morali, non vi risponderemo nel merito, perché, a differenza della tendenza della nostra società, il nostro obiettivo non è polarizzare il dibattito, né scontrarci nell’arena di idee ugualmente discutibili. Semplicemente vi ricorderemo che non siamo pazienti né tanto meno bambini da disciplinare. Non siamo numeri di una tabella, né un margine di rischio da azzerare. Siamo esseri umani e cittadini e da tali prendiamo di essere trattati.
Ormai vittime da più di un anno del vostro terrorismo mediatico, di questa nuova etica della paura, della prassi dell’imporre e concedere, dare e togliere arbitrariamente, oggi veniamo a difendere la nostra facoltà di autodeterminarci.
Se l’unica ragione che supporta la violazione di molteplici diritti costituzionali (la cui violazione, giova ripeterlo, non è ammessa in nessun caso, neanche quello di comprovata emergenza sanitaria), se l’unica ragione è l’appellarsi all’articolo 32 della Costituzione che tutela la salute anche come interesse collettivo, desideriamo citarvi numerose sentenze della Corte Costituzionale, suprema interprete della Costituzione, che afferma che il diritto alla salute individuale non può cedere dinanzi all’interesse collettivo.
Riteniamo aspetti oramai a noi giovani invitare alla massima allerta, non più agli intellettuali, qui cito Pasolini in un articolo del 1974, Il romanzo delle stragi che dice
… evidentemente compete a chi non solo ha il necessario coraggio, ma insieme non è compromesso nella pratica del potere. E inoltre non ha per definizione niente da perdere, cioè i giovani …
nella fiducia che Pasolini ci conceda questo adattamento del suo pensiero e debitori dei coraggiosi intellettuali di oggi che si sono esposti, quali Giorgio Agamben e Massimo Cacciari, ci impegniamo – noi che ne abbiamo le forze e tutto l’interesse – a proteggere ad ogni costo la salute del nostro ordinamento democratico, a curarlo dalla ferita profondissima che gli è stata inferta, per l’interesse dei nostri posteri ed il rispetto dei nostri antenati morti per ottenerlo.”
— alessia, studenti contro il green pass
Estratto da Byoblu
ScienzaCoscienza colleziona lettere di studenti, docenti inviate alle direzioni universitarie / scolastiche
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