Pierre Chaillot: i 12 tratti della pandemia

Lo statistico francese invitato dal Courrier des Stratèges ripercorre la serie di “falsità” che hanno contribuito a generare la grande paura del virus per tre anni.

Lo statistico Pierre Chaillot (a destra nella foto), autore di Covid 19, ce que révèlent les chiffres officiels (Covid 19, cosa rivelano le cifre ufficiali), ripercorre la genesi e gli elementi distorti della crisi in dodici tappe con Éric Verhaeghe del Courrier des Stratèges. Covidhub.ch vi offre una sintesi dei loro scambi, l’essenziale per alimentare la memoria collettiva della pandemia.

(N.d.T.: sono state prese alcune libertà sintattiche per adattare lo stile orale alla parola scritta).

1 – I test Covid non dicono nulla sul numero reale di pazienti

Pierre Chaillot: “Quando si guardano le statistiche fornite dal Ministero della Salute francese, si può vedere se ogni test è negativo o positivo e se la persona è sintomatica o asintomatica.
Possiamo notare che tra i pazienti con sintomi di Covid-19, la stragrande maggioranza ha un test negativo, il che pone un problema di definizione della malattia. Tra coloro che risultano positivi, la stragrande maggioranza non presenta sintomi. La conclusione è che non c’è alcuna relazione tra i risultati del test e i sintomi noti”.

2 – La genesi della “pandemia

Pierre Chaillot: “Quello che sappiamo è che la definizione di pandemia, e quindi di malattia, è cambiata dal 2009 e che non c’è più bisogno di malati e morti per considerare che siamo in una pandemia. È sufficiente che un laboratorio da qualche parte ricostruisca una sequenza che ricordi un virus cosiddetto “mortale” utilizzando statistiche e metodi multipli. Ed è quello che è successo.
All’inizio di questa storia abbiamo un laboratorio cinese. Siamo in Cina, è la fine del 2019, siamo a Wuhan, che è una delle città più inquinate del mondo, in inverno, in un periodo in cui ci sono molte malattie respiratorie, malati e morti. Abbiamo un laboratorio, i giornali e l’OMS che dicono “attenzione, abbiamo trovato 40 pazienti“, su milioni di abitanti, che soffrono di una malattia respiratoria.

Come è stato identificato il “virus killer

Ma subito si impone l’idea del virus killer che sarebbe responsabile della loro infelicità. C’è un laboratorio cinese che prende un campione da un paziente, dai suoi polmoni, e inizia a sequenziare ciò che trova. A questo punto non c’è isolamento del virus. Stiamo sequenziando tutta la zuppa che abbiamo trovato nei suoi polmoni.
Stiamo eseguendo un sequenziamento multiplo per vedere cosa c’è dentro. Nel fare questo sequenziamento, si trovano pezzi di RNA. Poi chiediamo a un algoritmo informatico di mettere insieme questi pezzetti di RNA per vedere se corrispondono alla sequenza di un virus.
La metodologia è stata pubblicata sulla rivista Nature. Vengono eseguiti due programmi, uno dice “non c’è nessun virus in questo campione“, e c’è un secondo programma, che non ha lo stesso algoritmo, e dice “sì sì, posso ricostruire un virus di 30.000 nucleotidi” – che è un virus.

Un ciclo di bias di conferma legato a grandi interessi.

E poi i ricercatori dicono: “Guardate, assomiglia alla SARS, quindi è il nuovo virus mortale“. Da quel momento in poi, entriamo in un bias di conferma totale. Abbiamo cioè laboratori finanziati grazie al clamore che generano ogni anno, legati all’industria farmaceutica, che passano il loro tempo in campioni cercando di ricostruire virus o ciò che credono essere virus sulla base di deboli indizi.
Non appena viene pubblicata la nuova sequenza, l’OMS lancia l’allarme: “Ci siamo, abbiamo un nuovo virus killer che sta per devastare il pianeta“. In termini scientifici, abbiamo un insieme di indizi estremamente deboli con un forte pregiudizio di conferma, cioè tutti sono ai blocchi di partenza per annunciare la pandemia sulla base di questo unico indizio.

3 – L’influenza dei modellatori folli

Éric Verhaeghe: “Un rapporto del Consiglio d’Europa afferma che c’era un desiderio collettivo nella comunità scientifica di avere una pandemia”.

Pierre Chaillot: “Abbiamo Antoine Flahaut che da anni annuncia la fine del mondo e, al minimo segno di questo tipo di risultato, grida: questa è la fine del mondo, questa è la fine del mondo!
C’è Fergusson in Inghilterra che annuncia milioni di morti ogni volta che viene trovato un virus da qualche parte, sia negli animali che nell’uomo, e che si è sempre sbagliato di un fattore compreso tra 10.000 e un milione, perché si sbaglia ogni volta.
Quindi abbiamo specialisti, modellatori pazzi che fanno di tutto e che promuovono la fine del mondo al minimo segnale, abbiamo laboratori che cercano solo questo indizio e quindi, a forza di cercare, trovano cose, e questo lancia i laboratori farmaceutici che dicono: “Non preoccupatevi, abbiamo la soluzione, sono i vaccini“. E questo lancia l’OMS, che proclama: “Ci siamo, è la grande pandemia, dobbiamo mettere il mondo in modalità pandemia“.”

4 – Un’epidemia di conflitti di interesse

EV: “L’OMS e i produttori di vaccini sono legati da conflitti di interesse”.

PC: “Assolutamente sì, con le persone al centro che fanno la transizione, con le cosiddette fondazioni umanitarie che sono agevolazioni fiscali per i ricchi, in particolare la Fondazione Bill e Melinda Gates, che finanziano l’OMS e sono in combutta con le aziende farmaceutiche.
Tutte queste persone si parlano tra loro. Abbiamo quindi una macchina che è già andata alla deriva con lo scandalo H1N1, che il rapporto del Senato francese definisce una truffa, nero su bianco, e che viene rilanciata dieci anni dopo con la stessa metodologia, ma con il potere dei laboratori decuplicato, con conflitti di interesse che erano già stati denunciati nel 2009 e che si sono solo accentuati, e con una morsa della finanza sui cosiddetti laboratori scientifici e farmaceutici, sulle pubblicazioni scientifiche, dove pagano anche le grandi riviste.

5 – La falsificazione della percezione

PC: “Tutto questo sistema viene messo in piedi con estrema rapidità, sulla base di indicatori estremamente deboli, di un fortissimo bias di conferma e tutto questo sta per scatenare un panico generale, che non ha assolutamente nulla a che fare, in termini di livello, con quello che poi si può misurare con le cifre.
Questo è ciò che il mio libro mostra, questa enorme differenza tra la percezione che la gente ha avuto sulla base di statistiche ben selezionate, rispetto alla percezione che si può ottenere facendo un’analisi onesta della situazione, mettendo i numeri nel contesto”.

L’unica cosa che posso dire è che nelle statistiche non c’è traccia dell’impatto di nessun virus in nessun momento. Le tracce che vediamo di mortalità o malattia sono dovute ad altre cose, alla disorganizzazione della società e alla paura“.
–Pierre Chaillot

6 – La parte della “disorganizzazione

EV: “Nel settembre 2020, in Belgio, prima dell’arrivo del vaccino, quando sono andato al cimitero ho visto molte tombe fresche, non avevo mai visto così tanti morti recenti. Come si spiega questo?”.

PC: “Prima di tutto, le tombe fresche nei cimiteri sono destinate ad aumentare. Abbiamo i baby boomer che stanno raggiungendo l’età in cui si muore, quindi il numero di morti continuerà a salire bruscamente per almeno altri dieci anni, finché i baby boomer non se ne saranno andati.
Il secondo punto è che c’è stato effettivamente un aumento della mortalità nel marzo-aprile 2020 in un numero molto ridotto di Paesi, solo 9 dei 35 per i quali dispongo di dati in Europa. Poiché è stata data una quantità sproporzionata di informazioni su questi Paesi, la gente ha l’impressione che ci sia una pandemia con morti ovunque.
In questi Paesi sono accadute diverse cose. La prima è che le persone sono state confinate dando un ordine molto preciso, che non dovevano andare dal medico, che dovevano rimanere a casa a prendere Doliprane, dicendo soprattutto di non andare dal medico, di rimanere a casa e di chiamare i servizi di emergenza solo se non si riesce a respirare.
Questo periodo di confinamento ha avuto almeno tre impatti, che si sono manifestati sugli anziani: (7,8,9)”

7 – Decessi “in casa

PC: “Il primo impatto è l’aumento del numero di morti in casa. Gli ospedali, a partire da maggio 2020, hanno suonato il campanello d’allarme dicendo: ‘È strano, non vediamo più nessuno venire al pronto soccorso per ictus e problemi cardiaci‘. Si tratta di circa 6.000 persone scomparse dagli ospedali in quel periodo.
Quindi, o abbiamo un virus letale che protegge da ictus e attacchi cardiaci, oppure abbiamo spaventato a morte le persone, che non sono andate in ospedale e sono morte a casa.
I decessi in casa sono una delle tre categorie che insieme formano il picco di eccesso di mortalità registrato con i decessi in ospedale e quelli nelle case di riposo.

I decessi in casa si spiegano al 100% con persone che non sono state curate, che non sono andate in ospedale per patologie che di solito vengono trattate in ospedale e che, se non vengono curate rapidamente, sono fatali.

Tutte le relazioni sociali sono state vietate, le persone sono rimaste a casa. Ciò che salva le persone è avere un vicino, un amico, un parente che si accorge che si tiene il braccio sinistro e che si è un po’ pallidi o che si comincia a sbavare sul piatto. Quando questo non accade, si muore. Ed è quello che è successo in quel momento, ed è misurabile con i numeri, statisticamente è molto chiaro”.

8 – Decessi in ospedale

PC: “Sui decessi in ospedale, c’è un rapporto che mostra che il 20% dei ricoveri in Covid è morto nello stesso giorno. Si tratta di persone che non sono state curate e che arrivano troppo tardi in ospedale o che sono state curate con metodi non adeguati, come la moda dell’intubazione invasiva, dove si è decretato: “Tutti gli anziani che tossiscono devono essere intubati subito e messi sotto sedativi“.
Gli italiani hanno riferito in merito: “Non è stata una buona idea, perché abbiamo perso quasi tutti facendo così, gli ottantenni non sopravvivono all’intubazione“.

9 – Decessi in EHPAD [RSA]

PC: “Il terzo punto sono le EHPAD, questo picco di decessi è piuttosto divertente, perché se si guarda al numero di decessi in EHPAD nel periodo e al numero di decessi dichiarati Covid, si nota che quasi tutti i decessi in EHPAD sono stati dichiarati Covid, il che non ha senso se si guardano le statistiche.
Il secondo punto è una direttiva del Ministero della Salute, che ha mobilitato le cure palliative molto presto, dicendo “c’è una malattia mortale in circolazione, non abbiamo spazio negli ospedali, l’unica cosa che possiamo fare, visto che non ci sono cure, è che se avete una persona anziana con il sospetto di avere la Covid-19, potete accompagnarla nelle cure palliative“.

Massacro da Rivotril

“Prima della crisi queste persone erano curate, durante la crisi non sono state curate e sono state inviate alle cure palliative. Dalla data di pubblicazione del decreto sul Rivotril – il nome del farmaco utilizzato nelle cure palliative – si è registrato un forte aumento del numero di decessi nelle case di cura. Siamo quindi in presenza di un virus interessante, che attende con piacere l’emanazione di un decreto.
Il Rivotril non si limita a sedare la persona, poiché le istruzioni indicano che se una persona ha difficoltà respiratorie, non appena viene sedata smette di respirare. Quindi l’aspettativa di vita non è elevata.
Se scarichiamo il numero di scatole di Rivotril distribuite in questo periodo, possiamo vedere che sono state vendute 2.000 scatole in eccesso. In una scatola ci sono 6 fiale, 2 fiale sono necessarie per accompagnare una persona anziana fino alla fine della sua vita. Quindi l’eccesso di mortalità dovuto al Rivotril è di almeno 5.000 persone.”

10 – Lo pseudo eccesso di mortalità nel 2020

PC: “Nel 2020 abbiamo avuto +55.000 morti rispetto al 2019… ma il 2019 è stato l’anno meno mortale della storia, quindi è abbastanza facile dire che abbiamo un eccesso di mortalità nel 2020 se lo confrontiamo con l’anno meno mortale della storia.
Inoltre, l’invecchiamento della popolazione rappresenta da solo un aumento di 10.000-20.000 morti ogni anno. La mortalità “standardizzata” del 2015, ad esempio, è esattamente la stessa del 2020. Ciò significa che nel 2020 non è successo molto. Questo non significa che non sia successo nulla, ma che non è successo nulla di abbastanza significativo da lasciare una traccia.
Quindi, collegando le decisioni prese, possiamo spiegare il 100% dell’eccesso di mortalità senza coinvolgere alcun virus in nessun punto. Questo spiega molto bene perché non c’è coerenza geografica tra i Paesi e perché ci sono Paesi come la Germania che non hanno un eccesso di mortalità durante la prima ondata, semplicemente perché non applicano misure deleterie”.

11 – Statistiche sul Covid? “Buone per il cestino“.

PC: “Sto parlando di morti per tutte le cause, perché come ho detto, dato che sono stati fatti dei test per affermare che una persona si è ammalata a causa del Covid senza avere alcun sintomo, questo significa che l’intera statistica del Covid non ha alcun valore, è buona per il cestino.
E ogni cosiddetto scienziato che usa le statistiche del Covid per dire qualcosa non sta facendo scienza. Si tratta di un’incomprensione della statistica.
Per avere una statistica, bisogna sapere cosa si conta, e non appena si conta in modo stupido, o qualcosa che non significa nulla, la statistica alla fine non significa nulla.”

Le statistiche da Covid stampate , che si tratti di pazienti, ricoveri o decessi, non hanno alcun significato perché il protocollo di conteggio non ha alcun significato“. –Pierre Chaillot

12 – Sovramortalità da [falso]vaccino nel 2021 e 2022

PC: “Sebbene la mortalità sia stata diversa nei vari Paesi, i Paesi che non hanno attuato misure deleterie, come la Francia nel 2020, hanno visto aumentare la mortalità nel 2021 e nel 2022 in modo bizzarro.”

“In Francia abbiamo assistito a un calo della mortalità rispetto al 2020, ma semplicemente perché abbiamo ricominciato a curare le persone. Quindi non significa che abbiamo un vaccino che funziona, ma semplicemente che abbiamo riavviato il consueto flusso di cure per i malati.”

Questo accade proprio durante le campagne di vaccinazione.

“Quello che mostro nel mio libro è che se si osserva il numero di decessi per categoria di età ogni settimana, si rimane sorpresi nel vedere picchi di decessi, aumenti di mortalità, proprio durante le campagne di vaccinazione. E questo è vero per quasi tutti i Paesi europei, per quasi tutte le fasce d’età. E accade troppo spesso perché sia dovuto al caso, basta fare un piccolo calcolo statistico per convincersene.”

“Ci sono registri di segnalazioni alla farmacovigilanza in seguito a vaccini, ci sono studi della Pfizer che ci dicono che si sta più male dopo aver ricevuto un’iniezione che dopo aver ricevuto un placebo. E tutte queste indicazioni si dimostrano troppo coerenti per poter dire che non sta succedendo nulla, abbiamo un problema reale.”

Una coltre plumbea che ci impedisce di parlarne.

“Ci sono alcune cose che stanno accadendo, in particolare il ministro tedesco che ha fatto un discorso ipotizzando l’esistenza di problemi seri. Se si leggono i rapporti dell’ANSM, ci si rende conto che ci sono molti problemi gravi emersi dopo le vaccinazioni.”

“Quindi c’è un’enorme quantità di informazioni che sono state pubblicate fin dall’inizio e che stanno venendo fuori, e c’è solo una specie di coltre di piombo che impedisce alle persone di parlare e che impedisce ai ricercatori di parlare e che impedisce loro di dire qual è la realtà, cioè che abbiamo misurato un sacco di gravi effetti indesiderati e che questo può essere visto nelle statistiche della sperimentazione“.

 

Fonte/Tradotto da: Pierre Chaillot : les 12 coups de la pandémie – La vérité …

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